Antefatto:
il secondo Master di Mtchallenge partorito da quella mente inarrestabile di Alessandra Gennaro, e se il primo forse sarebbe stato un po’ più nelle mie corde trattandosi di torte e precisamente di alte e bellissime naked cake, questo con me non c’entrava proprio niente, io e l’alta cucina siamo agli antipodi ma mi ci sono voluta buttare senza paracadute, anzi no, di paracadute ne avevo tanti e adesso vi racconto.
Cominciamo dal tema del Master: preparare ricette che preservassero il più possibile tramite cotture dolci la vitamina B12, vitamina presente solo in alimenti di origine animale ragione per cui vegetariani e vegani devono far fronte a questa carenza assumendo integratori specifici per non andare incontro a carenze pericolose per la salute.
In questo percorso ci hanno aiutato i tutor: il Dott. Michael Meyers oncologo di fama internazionale e la Dott.ssa Arianna Mazzetta, biologa e nutrizionista, che ci hanno fornito dispense dettagliate e soprattutto appoggio morale e consigli a piene mani.
Ai nostri tutor si è affiancato lo chef dell’Hotel Tarabella di Forte dei Marmi Sandro Sità che ha visionato le nostre ricette e per ognuna ha consigliato il modo migliore per presentarla, una presenza preziosissima.
E non c’è Master senza giudice d’eccezione e il nostro è Marco Visciola chef da Il Marin-Eataly al Porto Antico di Genova che decreterà il vincitore.
La classe: 17 incoscienti foodbloggers che fanno parte di una Community che personalmente non scambierei con niente al mondo e ho avuto riprova di quanto sia grande quando ho avuto un momento di crisi (isterica) dopo aver passato due giorni e due notti a pensare, cancellare, ripensare, escludere e poi reincludere ingredienti, cotture, un primo piatto, no meglio un secondo, no la carne non la mangio volentieri, aromi, spezie, il mio cervello era andato letteralmente in fumo come un arrosto bruciato.
Ma loro erano lì a dirmi vai avanti, prenditi un giorno e riposa il neurone poi vedrai che la ricetta ti sarà chiara, sei un’Emiliana vai di pasta fresca.
E così magicamente la ricetta ha preso forma e dato che è abbastanza articolata prendete un bel respiro, accomodatevi e leggete, naturalmente se vi va!
CAPPELLACCI DI RICCIOLA E LIME CON SALSA DI VONGOLE:
per 6 persone
per il brodo di pesce:
la carcassa di una ricciola da 1kg,
1 carota,
1 gambo di sedano con le foglie,
30g di porro,
4 rametti di coriandolo,
4 rametti di prezzemolo,
4 bacche di pepe sechuan,
1 cucchiaino di semi di coriandolo,
1 pezzo di lemon grass,
8g di zenzero,
1 rondella di limone,
1 rondella di lime,
50ml di cognac,
1,5l di acqua,
poco sale grosso
con queste dosi di pasta e ripieno ne sono venuti 22.
finitura del piatto:
per la salsa verde aromatica:
3 rametti di coriandolo
3 rametti di prezzemolo
1 cucchiaio di olio
succo di 1 lime
sale,pepe
tagliare finemente le erbe aromatiche, metterle in un bicchiere insieme all’olio, un pizzico di sale, pepe e mezzo lime spremuto, frullare con un mixer a immersione, assaggiare e aggiustare di sale ed eventualmente ancora succo di lime.
1 fetta di guanciale
1 peperoncino rosso
2 cucchiai di olio extravergine d’oliva
mettere a seccare in forno a 100°c 6 vongole crude appiattite col mattarello fra due fogli di carta forno, toglierle dal forno e romperle a fiocchi, rosolare il guanciale in una padella senza condimenti finchè diventa croccante, asciugarlo con carta da cucina togliendo l’unto in eccesso e sbriciolarlo.
NOTE:
Il dubbio sorto con lo Chef Sandro Sità è stato circa la densità della salsa, nella mia prima idea era più fluida poi ho preferito darle più corposità in quanto non dovendo avvolgere la pasta ma al contrario è la pasta che attinge al condimento se fosse stata più fluida non avrebbe dato abbastanza sapore, consiglio come alternativa per una porzione maggiore di tre cappellacci di optare di cuocerli nel brodo e poi ripassarli in padella con una salsa meno densa per poi finire il piatto come descritto.